Cosa significa ripensare, oggi, il Modernismo? Innanzitutto, andare oltre la definizione canonica, costretta in precisi limiti temporali e nei confini geografici e linguistici della sola cultura angloamericana, provando, così, a liberarlo dalla generale e diffusa accusa, politica ed estetica, di fenomeno culturale reazionario, d’élite, esclusivamente occidentale. In questo senso, i saggi qui raccolti testimoniano tutti della porosità di una categoria che si credeva monolitica, rivelando, invece, l’esistenza di molteplici “Modernismi”, ciascuno in dialogo, e non in opposizione, con metodologie, temi e forme tipiche del Postmoderno: ecocritica, affect theory, autorialità femminile, la sfida che i nuovi media impongono al realismo ipermoderno. Un Modernismo plurale, globale e relazionale che possa ancora una volta mediare il rapporto tra umano e artificiale, naturale e tecnologico, memoria e rinnovamento, in un mondo sempre più assuefatto a un costante e ininterrotto stato di “modernizzazione”.
Contributi di: Elisabetta Abignente, Niccolò Amelii, Riccardo Antonangeli, Rosanne Gallenne, Patricia Laurence, Deborah Lewittes, Irene Montori, Iolanda Plescia, Stefania Porcelli, Carlotta Susca, Lash Vance