È possibile utilizzare la musica per l’insegnamento della matematica e della fisica e soprattutto per mostrare in che cosa consista il metodo scientifico? L’autore ne è convinto, e con le fantalezioni mette in evidenza il profondo legame tra queste discipline, proiettando le sue argomentazioni in un immaginario dialogo tra un maestro e tre discepoli di una scuola pitagorica nell’Atene di venti secoli fa: nel corso di ventiquattro giornate, che costituiscono la prima parte del volume, i quattro, sfruttando le conoscenze musicali e scientifiche dell’epoca, ciascuno con la propria personalità, raggiungono risultati matematici e fisici che di fatto, nella realtà, sono stati ottenuti solo molti secoli dopo. Nella seconda parte, in un’ottica moderna, viene trattato dal punto di vista fisico-matematico il funzionamento degli elementi costitutivi delle principali famiglie di strumenti musicali – corde, membrane, sbarre, lamine, colonne d’aria – e si approfondiscono alcuni tra gli argomenti accennati nella prima parte, quali la natura logaritmica della notazione mensurale, l’udito, la voce e le illusioni acustiche.