Il facchino dei maestri

Brani e racconti d’insegnamento

Come si deve chiamare chi, sin da quando era molto giovane, leggeva Allan Kardec e, dopo, per migliaia di ore, ha ascoltato al buio e poche volte alla luce, attraverso grandi medium, le parole di quelli che, a suo parere, sono maestri immateriali? Come si deve chiamare chi, per migliaia di ore, ha sbobinato i nastri che contenevano il loro insegnamento? Come si deve chiamare chi, per migliaia di ore, ha redatto le loro parole e le ha commentate durante le agapi, con centinaia di persone, in sessant’anni, e ha scritto decine di libri e li ha pubblicati a sue spese? Come si deve chiamare chi si è recato ad ascoltare per migliaia di ore medium genuini oppure illusi oppure titolari di frodi consce o inconsce? Come si deve chiamare chi, quando ha potuto comprare una macchina da ripresa a raggi infrarossi, ha filmato gli apporti che avvenivano al buio o nella semioscurità, come fa, ancora adesso, presso lo storico Cerchio Esseno? Come si deve chiamare chi ancora scrive, per come è capace, episodi di vita di altri e sua, a cui applica l’insegnamento dei maestri? Come si deve chiamare chi registra, sempre per come è capace, non essendo né un attore né un doppiatore, i suoi audiolibri per renderli fruibili anche da chi non sa leggere, o non vuole leggere, o non può leggere? Come si deve chiamare, adesso che è vecchio, chi ancora legge e studia i testi e riascolta le registrazioni dei maestri, che ogni volta aprono un po’ di più la sua ignoranza della condizione umana? Infine, come si deve chiamare, questa persona, se non il “facchino dei maestri”? Attualmente l’autore frequenta il Cerchio Esseno e dal 2010 cura il progetto Evolvenza-YouTube.