Le recinzioni del sapere

Da sempre l'uomo ha tentato di fare i conti con la tradizione del passato a fronte, però, di un vincolo assai stringente: nel vasto mare del sapere non tutto può essere salvato e ogni inclusione è, al contempo, un'esclusione. Fronteggiare l'incalzata dell'oblio ha pertanto imposto, per la salvaguardia della memoria, l'erezione di muri sempre più alti e sorvegliati; e, col tempo, i custodi del sapere si sono trasformati negli arbitri indiscussi della conoscenza, istituendo spesso distinzioni fra 'minori' e 'maggiori' in grado di segnare il destino di un'opera o di un autore. Inoltre, simili divisioni si sono allargate alle stesse discipline del sapere, gerarchizzate nei secoli secondo la Weltanschauung imperante. Oggi più che mai, in un'epoca di ripensamenti radicali della cultura e del suo portato millenario, oltre che dei suoi stessi confini, è importante approcciarsi alla nozione decisiva di canone con uno sguardo innovativo, che riesca a integrare le conquiste del passato con i mutamenti occorsi nel presente, senza per questo precludere le possibilità di un futuro ricco di sconvolgimenti; a eludere tale ammonimento, il rischio più frequente è di trasformare la pluralità informe della cultura in tutte le sue manifestazioni in una serie di fenomeni irrigiditi e irreggimentati in riserve del sapere che mummificano la carica rivoluzionaria di chi le abita invece di salvaguardarne la vitalità.

Ne discutono Enrico Terrinoni (Università per Stranieri di Perugia), Maria Serena Sapegno (Sapienza – Università di Roma), Cristina Demaria (Alma Mater – Università di Bologna) e Alessandro Simonicca (Sapienza – Università di Roma). Moderano l'incontro Marco Fabbrini  Tommaso Gennaro.

Qui la locandina dell'evento: 
17 dicembre
@ 15:00 - @ 18:00
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